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Note:


Intervento al Convegno «Littérature et noveaux mass-média en Italie 1970- 2007», Grenoble, Université Stendhal, 29-30 novembre 2007.

1  «La Repubblica», 1 marzo 2006, pp. 1, 44-45.

2  «La Repubblica», 2 marzo 2006, pp. 46-47; 3 marzo 2006, pp. 56-57; 8 marzo 2006, p. 50.

3  Questioni che pure danno da pensare, come il venir meno della funzione della recensione autorevole, su cui si dibatte da anni, ma che spesso sono ridotte a lamentosi cliché (la morte vera o presunta della critica, la sua subalternità al mercato e all’industria editoriale), o ridicolizzate proponendo - come nelle pagine de «La Repubblica» che accompagnavano questo dibattito - le regole d’oro del recensore, e altre amenità, come la rappresentazione arborea di un’improbabile «mappa del potere letterario» italiano a mezza pagina («La Repubblica», 3 marzo 2006, pp. 56-57).

4  «La Repubblica», 1 marzo 2006, pp. 44-45, corsivi miei.

5  Ivi, p. 44, corsivi miei.

6  Il virus è dopotutto uno spauracchio relativamente recente, diffusosi particolarmente negli anni Novanta, che ha sostituito nel nostro immaginario ogni spettro che si aggiri per il mondo. Stephan Jay Gould proponeva sul finire degli anni Novanta l’infezione virale come metafora biologica per il cambiamento culturale (S.J. Gould, Pluralismo darwiniano, in «La rivista dei libri», n. 11, novembre 1997, p. 28). La metafora ricorre anche in D. Brolli, ideatore dei "giovani cannibali" e curatore di altre antologie significative degli anni Novanta, del cyberpunk e del post-cyberpunk (come ad esempio Cavalieri elettrici, Roma-Napoli, Theoria, 1995; Cuori elettrici. Antologia essenziale del cyberpunk, Torino, Einaudi, 1996). La cyber- mania è presa di mira dal narratore di Occhi sulla graticola di T. Scarpa, di cui si dirà in seguito.

7  «La Repubblica», 8 marzo 2006, p. 50, corsivo mio.

8  «La Repubblica», 2 marzo 2006, p. 47.

9  Ibidem.

10  Ibidem.

11  «La Repubblica», 3 marzo 2006, pp. 56-57.

12  Ne dà conto Loredana Lipperini, Gli internauti: «ha ragione Alessandro», «La Repubblica», 2 marzo 2006, p. 47.

13  A. Baricco, I barbari, Roma, La biblioteca di Reppubblica, 2006, p. 12.

14  Ivi, p. 91.

15  Ivi, p. 90.

16  G. Ferroni, M. Onofri, F. La Porta, A. Berardinelli, Sul banco dei cattivi. A proposito di Baricco e di altri scrittori alla moda, Roma, Donzelli, 2006, pp. 94. Il saggio di G. Ferroni, Profondità di superficie, è alle pp. 9-31.

17  G. Ferroni, Profondità di superficie, cit., p. 13.

18  Ivi, p. 19.

19  A. Baricco, I barbari, cit., p. 95.

20  Ivi, p. 96, corsivi miei.

21  Ibidem.

22  Ivi, p. 98.

23  G. Ferroni, Profondità di superficie, cit., p. 22.

24  J.-J. Wunenburger, L’homme à l’âge de la télévision, Paris, PUF, 2000; tr. it. L’uomo nell’era della televisione, Napoli, Ipermedium libri, 2005; G. Sartori, Homo videns. Televisione e post-pensiero, Bari, Laterza, 2000; e, da ultimo, A. Scurati, La letteratura dell’inesperienza. Scrivere romanzi al tempo della televisione, Milano, Bompiani, 2006. Indizio di come sia particolarmente viva in Italia l’ossessione per la televisione è l’aggiunta del sottotitolo arbitrario La televisione ha ucciso la realtà? nella traduzione del volume di J. Baudrillard, Le crime parfait, Paris, Galilée, 1995 (Milano, Cortina, 1996).

25  Nel 1996 il prestigioso «The Wall Street Journal» affermava: «L’internet era un medium in cerca di un suo modello praticabile di business. Ora ne ha trovato uno: la televisione»; cit. da F. Carlini, Lo stile del web. Parole e immagini nella comunicazione di rete, Torino, Einaudi, 1999, p. 24.

26  Per una visione più ampia del fenomeno televisivo già alla fine degli anni Settanta si veda The New Television, a cura di D. Davis e A. Simmons, Cambridge (Mass), the MIT Press, 1977.

27  I quali proponevano in modo altrettanto paradossale e complementare o la scolarizzazione dell’apparato produttivo della televisione (Popper), o, come Ivan Illich, l’abolizione della tv e della scuola (Pasolini). Cfr. K.R. Popper, Una patente per fare tv, in K.R. Popper, J. Condry, Cattiva maestra televisione, a cura di F. Erbani, Milano, Reset, 1994, alle pp. 13-25; e P.P. Pasolini, Due modeste proposte per eliminare la criminalità in Italia (18 ottobre 1975); Le mie proposte su scuola e TV (29 ottobre 1975), in Id., Lettere luterane, Torino, Einaudi, 1976, rispettivamente alle pp. 165-171 e 172-178.

28  P.P. Pasolini, 10 giugno 1974. Studio sulla rivoluzione antropologica in Italia, in Id., Scritti corsari, Milano, Garzanti, 1975, pp. 50-63, a p. 53.

29  Ivi, p. 51.

30  Parise, a proposito della sua prima opera, Il ragazzo morto e le comete, affermava che «La sola cultura che ha ispirato questo libro è cinematografica: ero un appassionato frequentatore di cinematografi»; G. Parise, Opere, a cura di B. Callagher e M. Portello, vol. I, Milano, Mondadori, 1994, p. 1574.

31  Si veda, per un excursus sull’immaginario letterario italiano dei media, P. Giovannetti, Retorica dei media. Elettrico, elettronico, digitale nella letteratura italiana, Milano, Unicopli, 2004.

32  J. Marsé, Il caso dello scrittore sfumato [1994], trad. di F. Biancatelli, Roma, Nottetempo, 2002.

33  2 e 9 ottobre 1997.

34  «La Repubblica», 27 ottobre 2003, p. 16.

35  Ibidem.

36  D. Del Giudice, Evil Live, in Id., Mania, Torino, Einaudi, 1997, alle pp. 65-83.

37  S. Veronesi, L’inconscio del computer. Che cosa si nasconde dietro ai software più comuni, in «Corriere della sera», 11 febbraio 2001, pp. 1 e 20; poi in Id., Superalbo. Le storie complete, Milano, Bompiani, 2002, pp. 346-349, con il titolo: I.A. L’inconscio artificiale.

38  Sull’argomento si veda l’ampia e argomentata analisi di A. Casadei, Stile e tradizione nel romanzo italiano contemporaneo, Bologna, Il Mulino, 2007.

39  T. Scarpa, Occhi sulla graticola, Torino, Einaudi, 1996.

40  S. Tamiozzo Goldmann, La bravura come limite, in «L'immaginazione», 1996, n. 129, p. 19.

41  Si veda, sul Calvino auditivo e plurisensoriale, U. Musarra-Schrøder, Personaggi "in ascolto". L'orecchio e l'udibile in alcuni racconti dell'ultimo Calvino, in «Bollettino ‘900», 2002, n. 1-2, <http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2002-i/Musarra.html>.

42  T. Scarpa, Occhi sulla graticola, cit., p. 59.

43  Ivi, p. 63.

44  Si veda, tra i molti esempi che si potrebbero citare, l'organigramma in margine all'articolo dello stesso G. Ferroni, Il critico muore. Di politica, in «Corriere della sera», 11 maggio 1996, p. 31.

45  M. Barenghi, Oltre il Novecento. Appunti su un decennio di narrativa (1988-1998), Milano, Marcos y Marcos, 1999. Altri due esempi non biechi, ma resistenziali, che mostrano la percezione forte di un cambiamento d'orizzonte della letteratura e della critica sono E. Trevi, Istruzioni per l'uso del lupo. Lettera sulla critica, Roma, Castelvecchi, 1994 (Roma, Cooper & Castelvecchi, 2002³), e G. Guglielmi, Crisi della critica, crisi della letteratura, in «Bollettino '900», 2000, n. 1-2, <http://www.unibo.it/boll900/numeri/2000-ii/guglielmi.html>.

46  A. Ferracuti, Presentazione a G. Picone, F. Panzieri, M. Raffaelli, Paesaggi italiani, a cura di A. Ferracuti, Transeuropa, 1994, p. 13.

47  Già Enrico Palandri scriveva, rispetto al rapporto tra generazioni: «Vi sono concordanze, linee di continuità, come pure cesure e contrasti che sono tutt’altro che generazionali. I rapporti con la lingua, con l’esperienza vissuta e con la letteratura sono lungi dal presentare un quadro compatto». E. Palandri, Lettera a Panta, in «Panta», 1991, n. 5, p. 157. Corsivo mio.

48  S. Ballestra, Gli orsi (63-93), in Id., Gli orsi, Milano, Feltrinelli, 1994, alle pp. 7-29.

49  G. Leopardi, Lettera a Pietro Brighenti, Recanati, 28 Aprile 1820.

50  Silvia Ballestra è però più legata a un’idea di conflitto anagrafico, stando a queste sue parole: «I critici delle generazioni passate spesso non riescono a comprendere le contaminazioni tra i vari linguaggi. Ci sono alcuni giovani critici molto validi, però difficilmente vengono allo scoperto: non so se ciò sia dovuto a una loro precisa scelta, oppure se i cosiddetti baroni non vogliono concedere spazi alle nuove leve»; L. Gervasutti, Dannati & sognatori, cit., pp. 87-88.

51  R. Paris, Romanzi di culto. Sulla nuova tribù dei narratori e sui loro biechi recensori, Roma, Castelvecchi, 1995. Di là dal disegno tendenzioso del libretto, che tende a proporre una poetica del neo-antico, è interessante l’inchiesta su cui esso si basa.

52  Ivi. p. 5.

53  Ivi, pp. 7-8. Corsivo mio.

54  F. Camon, Prefazione a L. Gervasutti, Dannati & sognatori. Guida alla nuova narrativa italiana, Pasian di Prato (UD), Campanotto Editore, 1998, pp. 7-11. Anche questo volume è interessante per la rassegna di pareri su temi specifici di scrittori e critici negli anni Novanta.

55  Ivi, p. 9.

56  F. Panzeri e F. Galato (a cura di), Cercatori di storie, videostorie e controstorie. Dieci percorsi di lettura, in Altre storie. Inventario della nuova narrativa italiana fra anni ‘80 e ‘90, a cura di R. Cardone, F. Galato, F. Panzeri), Milano, Marcos y Marcos, 1996, p. 67.

57  R. Scholes, R. Kellogg, The Nature of Narrative, London, Oxford University press, 1968; trad. it. di R. Zelocchi, La natura della narrativa, Bologna, Il Mulino, 1970, e successive edizioni.

58  G.J. Ballard, Fine millennio: istruzioni per l’uso [1996], trad. di A. Caronia, Milano, Baldini & Castoldi, 1999, p. 12. L’articolo citato è del 1990.

59  L. De Federicis, Prove a carico. Due anni di percorsi nella narrativa italiana, Torino, «L’indice dei libri del mese», edizione fuori commercio, aprile 1997, p. 6.

60  Trasformando delle categorie genettiane potremmo chiamarle rispettivamente proprietà meta-discorsive e iper-discorsive. Per un approfondimento di questi aspetti e di quelli relativi alla testualità digitale rimando alla bibliografia contenuta in F. Pellizzi, Dialogism, Intermediality and Digital Textuality, in «IasOnline. Netzkommunikation in ihren Folgen», 29 gennaio 2006, <http://www.iasl.uni-muenchen.de/discuss/lisforen/pellizzi_dialogism.pdf>.

61  G. Granieri, Blog generation, Roma-Bari, Laterza, 2005, p. 22.

62  Il digitale è pertanto un metamedium, come lo ha definito Alan Kay (Computer Software, in «Scientific American», vol. 251, n. 3, settembre 1984, p. 54), e non un medium.

63  A. Baricco, I barbari, cit., p. 96.

64  I. Calvino, Per chi si scrive? (Lo scaffale ipotetico) , in Id., Una pietra sopra. Discorsi di letteratura e società, Torino, Einaudi, 1980, p. 162.

65  Ivi, p. 159.

66  G. Youngblood, Cinema elettronico e simulacro digitale. Un’epistemologia dello spazio virtuale [1986], in R. Albertini e S. Lischi (a cura di), Metamorfosi della visione. Saggi di pensiero elettronico, Pisa, ETS, [1988] 2000², p. 32. Il concetto è già sviluppato in G. Youngblood, Expanded Cinema, New York, Dutton, 1969 (London, Studio Vista, 1970). Youngblood alla fine degli anni Ottanta legava il concetto di «cinema dilatato» (sostanzialmente la necessità di una ri-socializzazione di tutta la cultura visiva) al cambiamento tecnologico e sociale, percepito e non compreso, legato allo sviluppo del digitale: «Siamo turbati da impulsi nuovi e inquietanti, tentiamo di ripensare e riallineare noi stessi, e di superare la nostra tormentata sensazione di realtà nuova. Stiamo tentando di creare una nuova cultura che dia senso e dimensione umana alle tecnologie attraverso le quali ci evolviamo e dalle quali dipende il nostro futuro» (G. Youngblood, Cinema elettronico e simulacro digitale, cit., p. 32).

67  Non va dimenticato inoltre che la qualità non è necessariamente prerogativa mono-autoriale. Se il ruolo dell'editing o l'insinuarsi nella produzione letteraria dell'idea teatral-cinematografica di regia, o le pluralità commerciali di Luther Blisset o Wu Ming non sono sufficienti a mostrare una dimensione pluriautorale nella letteratura, si pensi allora al ruolo delle antologie e, sopratutto delle riviste già in tutto il Novecento. Sono esempi di una pluriautoralità che non sempre si esercita all'interno di un singolo testo, ma che sempre si realizza in una pluralità di voci nel medesimo contesto.

68  M. Perniola, Contro la comunicazione, Torino, Einaudi, 2004.

69  E.J. Aarseth, Cybertext. Perspectives on Ergodic Literature, Baltimore, The Johns Hopkins University Press, 1997.


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Giugno-dicembre 2007, n. 1-2